Con Circolare n. 10 del 5 maggio 2025, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fornisce chiarimenti circa la possibilità, per i lavoratori stranieri titolari di un permesso di soggiorno rilasciato per lavoro stagionale, di svolgere attività lavorativa non stagionale, in attesa della decisione da parte dello sportello unico immigrazione sulla domanda di conversione.
L'intento della norma è quello di evitare situazioni di lavoro irregolare o disoccupazione involontaria, garantendo la possibilità di continuare a lavorare mentre si attende la conversione del permesso di soggiorno.
Ai sensi dell'art. 5, comma 9-bis, del D.lgs. n. 286/1998, è possibile iniziare l'attività lavorativa a carattere non stagionale, non solo in attesa del rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, ma anche mentre si attende la risposta sulla domanda di conversione del permesso. La domanda di conversione, come quella del rinnovo, spiega il Ministero, rappresenta infatti un procedimento amministrativo che non preclude la regolarità del soggiorno e il diritto di lavorare.
Restano ferme le altre condizioni previste dalla legge, ovvero che sia stata presentata la domanda di conversione e che sia stata rilasciata la ricevuta attestante l’avvenuta presentazione della domanda di conversione. In caso di lavoro subordinato, è richiesto l'invio telematico del modello Unilav, mentre per il lavoro domestico è necessaria la denuncia del rapporto di lavoro all'Inps.
Prestito tra Familiari nel 2025: Perché un accordo scritto è indispensabile?
Nel tessuto delle relazioni familiari, il prestito di denaro per necessità importanti – come l'acquisto di un'auto, un anticipo per la casa o per sostenere un'attività – è una prassi comune e preziosa. Spesso, dato il forte legame di fiducia, questi accordi si basano su un semplice "impegno morale", senza alcuna formalità.
Tuttavia, questo approccio informale, un tempo la norma, oggi espone a rischi fiscali significativi che non possono essere ignorati.
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Il Trattamento di Fine Mandato
L’attribuzione del Trattamento di Fine Mandato (T.F.M.) quale compenso aggiuntivo da riconoscere agli amministratori di una società, presenta vantaggi importanti che si manifestano su due piani:
- fiscale
- gestionale/strategico.
1. Vantaggi fiscali
Il T.F.M. rappresenta un'importante leva di pianificazione fiscale per le società e un significativo beneficio per i suoi amministratori.
Questo compenso, erogato al termine del rapporto di amministrazione, se correttamente strutturato, offre un duplice vantaggio fiscale: per l'azienda che lo accantona e per l'amministratore che lo percepisce.
I benefici fiscali del T.F.M. si articolano principalmente in due ambiti:
- la deducibilità del costo per competenza per la società, con conseguente riduzione dell'imponibile IRES ogni anno e
- la tassazione separata per il percipiente.
2. Vantaggi gestionali e strategici
Tralasciando il caso – peraltro molto frequente nelle società di piccole dimensioni (cosiddette “familiari”) di attribuzione del TFM per aspetti principalmente fiscali, è utile considerare il TFM un potente strumento di gestione aziendale perché favorisce questi importanti fattori:
In conclusione, per la società il TFM non è semplicemente un costo aggiuntivo, ma un investimento strategico che, se correttamente pianificato, genera un importante risparmio fiscale immediato e contribuisce a creare un rapporto più solido e duraturo con il proprio management.
Questo lavoro affronta i principali aspetti civilistici e fiscali e indica il modo corretto di operare, per permettere l’imputazione della quota annua di costo societario per competenza ed evitare che lo strumento utilizzato porti a contestazioni o riprese fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Fa parte di questo strumento pratico operativo (tool) il verbale di assemblea dei soci.
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